Sfumature - A cura della Dott.ssa Mariachiara Pagone
- Parole in famiglia

- 26 set 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 10 ott 2022

La verità sta nelle sfumature.
(Charles Bukowski)
In un tempo in cui il “GODIMENTO” è l’unica “PORTATA”, credo sia importante recensire un film che non avevo mai pensato di vedere “50 sfumature di grigio”. Ci troviamo in un tempo in cui i giovani cercano sempre di più emozioni forti e trovano mille scorciatoie per evitare di sentire la sofferenza. Probabilmente in molti lo hanno visto ma pochi si sono soffermarti a vederne le reali “SFUMATURE”.
Il protagonista il sig. Grey, tende a scindere in sé e nell’altro la parte “buona” quella affidabile da quella “cattiva” da controllare. Grey porta con sé una profonda ambivalenza emotiva in cui amore e odio coesistono.
La storia racconta di un incontro e di una relazione. Grey vive un’infanzia traumatica, figlio di una donna tossicodipendente che morirà, quando lui è bambino, di overdose. Grey resterà per diversi giorni accanto al corpo della mamma. Egli sopravvive al trauma e rinuncia alla posizione depressiva. Appare come un soggetto sadico, che gode nell’infliggere punizioni alle donne. Punisce simbolicamente la parte cattiva del materno, quella che non ha ancora risolto. Inoltre in adolescenza inizierà una relazione perversa con una donna adulta. Donna che attraverso il piacere, silenzia il dolore, ma nella realtà quel dolore tuonava sempre di più. Il femminile nella vita di Grey non protegge.
L’incontro con Anastasia farà si che i due lati si incontrano. Lei attraverso la sua intelligenza emotiva e attraverso la sua semplicità e spontaneità, fa provare al sig. Grey ciò che ella stessa sente. Un lavoro emotivo in cui la “pelle” assume un ruolo fondamentale. Pelle come involucro, involucro che fa sentire piacere e dolore. Involucro che attraverso il legame di senso diventerà protettivo e contenitivo.
Questo film segna profondamente lo spaccato della nostra società attuale in cui ci troviamo dinanzi all’eclissi del desiderio. Per la psicoanalisi la perversione è un godimento che diventa obbligo e quando il godimento diventa dovere, imperativo superiore allora uccide il desiderio (Recalcati).
I giovani silenziano le loro aree depressive, non vogliono sentire il dolore e questo porta un eccesso di rabbia. Rabbia che diventa lesiva verso l’altro, ed il senso di abbandono che percepiscono diventa ferita inferta verso loro stessi. Vivono una società che non li fa sentire mai adeguati e li porta a rincorrere falsi stereotipi.
È a voi giovani che lascio queste parole:
“Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privileggio di essere liberi”
C.E. Hughes






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