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Rubrica TEATRAL-MENTE "IO E LEI" - A cura della dott.ssa Mariachiara Pagone


IO E LEI – CONFESSIONI DELLA SCLEROSI MULTIPLA

di Fiamma Satta con Melania Giglio a cura di Daniele Salvo


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“E se domani fosse un nuovo giorno saresti disposta a rinascere in nome della vita?

Giovanni Scafano



Il 29 Dicembre 2022 presso Palazzo Tabassi di Sulmona è andato in scena lo spettacolo “IO E LEI. CONFESSIONI DELLA SCLEROSI MULTIPLA” di Fiamma Satta a cura di Daniele Salvo con Melania Giglio – produzione Cardellino SRL


Ad accogliere lo spettacolo la Bifora di Palazzo Tabassi che incornicia la scena.

Il pubblico entrando in sala vede solo Fiamma Satta in una penombra che già di per sé lasciava nello spettatore una forte emozione.

A terra fogli sparsi, come le pagine della nostra vita che si scompaginano quando una notizia negativa sopraggiunge nella nostra quotidianità.

Il calore ed il colore delle candele ha reso l’ambiente profondamente intimo, così come lo spazio che nella vita cerchiamo quando abbiamo bisogno di piangere e di stare.

Uno spettacolo tagliente e feroce.

La malattia che parla all’uomo. La malattia che si descrive e parla di sé con violenza.

La protagonista è lei, la Sclerosi Multipla, interpretata da Melania Giglio.

Per chi non conoscesse quest’attrice potrei dire solo che è capace di attraversarti la pelle e le ossa con la sua voce e la sua prossemica.

Stare seduti a vedere lo spettacolo pian piano è diventato scomodo da un punto di vista emotivo, le sedute erano diventate via via meno accoglienti, si sentiva il desiderio di fuggire ma allo stesso tempo un sentirsi paralizzati, si esattamente lo spettatore ha vissuto e sentito sul corpo la malattia.


Una malattia che via via ti ferma e ti immobilizza.


Il filone che Fiamma Satta traccia nel suo scritto prima e dello spettacolo poi è il suo viaggio verso l’accettazione psichica di questa malattia.


La malattia in qualunque forma è per l’individuo una ferita narcisistica significativa che può diventare un vero e proprio lutto, ovvero non essere più ciò che si era, ma scoprirsi in una forma del tutto nuova. Come ogni lutto c’è bisogno di fasi elaborative che passano dalla negazione, alla rabbia, alla tristezza fino a giungere all’accettazione.


Accettare qualcosa non significa rassegnarsi o sottomettersi e soprattutto non significa rinunciare alla possibilità di un cambiamento. Accettare qualcosa significa permettere alla realtà di essere quello che è e sviluppare le strategie efficaci per fronteggiarla.


Il pubblico “ha sentito” al punto tale da lasciarsi andare totalmente alle emozioni, le lacrime segnavano i volti attoniti.


Spesso ci chiediamo “PERCHE’ A ME?” ma forse, come mi disse una volta una paziente “PERCHE’ NON A ME?” lei è la domanda che dovremmo imparare a porci nella fragilità del nostro Umano.


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