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F.O.M.O. FEAR OF MISSING OUT - A cura della Dott.ssa Valeria Cascianelli

Aggiornamento: 10 ott 2022

L’adolescenza è un periodo molto complesso, un periodo di trasnizione in cui il futuro “adulto” viene sempre più a definirsi. Oltre all’evidente sviluppo fisico è di fondamentale importanza lo sviluppo sociale, che vede il gruppo dei coetanei come punto di riferimento rispetto al nucleo familiare.


Gli amici diventano quindi fonti primarie di sostegno, e il gruppo diventa oggetto di forte bisogno di appartenenza e affiliazione. Durante l’adolescenza, infatti, si fa sempre più forte la voglia di autodeterminarsi, di conoscersi e riconoscersi come una persona unica sperimentando anche nuove ideologie e nuovi modi di vivere attraverso l’esperienza diretta con i coetanei.


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Adolescenti e non, abbiamo tutti bisogno di sentirci appartenenti ad una rete sociale. Il bisogno di appartenenza non si limita al “sentirsi parte di un gruppo” in modo superficiale, ma in modo attivo: essere parte del gruppo, sentirsi riconosciuti in modo positivo come membro di una rete e sentirsi parte della rete stessa condividendo interessi, stili di vita, e creando legami profondi. Nell’era del digitale, la rete sociale può essere identificata anche attraverso i social: Instagram, TikTok, Twitter, Facebook, sono solo alcune delle piattaforme più affermati e popolari ad oggi. Qui non solo è possibile condividere alcuni dei propri momenti (foto, pensieri, video), ma anche sentirsi parte di una comunità al limite con quella della vita reale. Sono strumenti sia di supporto alla socialità, sia di espressione della propria identità.


Cosa succede, quindi, quando si viene esclusi dalla rete virtuale? È qui che si manifesta la F.O.M.O., letteralmente “Faer of missing out” (Paura di essere lasciati fuori). La F.o.m.o., in realtà, è un’esperienza comune in cui la persona sperimenta ansia ed emozioni negative dovute al pensiero di non partecipare ad esperienze significative per la vita delle persone conosciute. Questa condizione è sempre esistita, ma con la presenza dei social questa preoccupazione porta, soprattutto adolescenti e giovani adulti, il desiderio e bisogno di essere sempre in contatto con gli altri virtualmente, e a dedicare gran parte del proprio tempo a restare connessi e a tenersi informati sulle attività della propria rete sociale. Ne è un classico esempio lo “scrolling” o la visualizzazione compulsiva dei profili e/o delle stories.


Le vacanze estive, da poco terminate, sono terreno fertile per la presenza di questa condizione: i ragazzi sono spesso più spinti a “controllare” ciò che fanno i coetanei, spesso venendo a contatto con foto di persone felici che passano il loro tempo in compagnia di amici, familiari e/o trascorrono vacanze in posti da sogno. I sentimenti che scaturiscono alla vista di questi contenuti sono ansia e senso di solitudine, spesso accompagnati da una bassa autostima e dalla sensazione di essere stati esclusi da qualcosa di importante per la vita degli altri.


Siamo tutti soggetti all’influenza degli altri, ma si può agire nei confronti di questa paura? Ovviamente è importante rendersi consapevoli non solo degli stati ansiosi che si sperimentano, ma anche del fatto che tutto ciò che vediamo nei social spesso non corrisponde alla realtà. È necessario focalizzarsi su quello che accade nella nostra vita vis-a-vis, rendere speciale e unica ogni interazione con l’altro e lasciare spazio alle parole anziché alle foto e/o alle stories. È importante godersi il qui e ora, perché la F.o.m.o. può distogliere l’attenzione dal momento presente, portando la mente a concentrarsi solo su quello che non si ha e non su quello che si sta vivendo in quel momento, senza pensare che spesso non tutti i momenti importanti che viviamo sono sempre condivisi sui social, così come non tutto quello che condividiamo sui social è davvero un momento importante.

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