AUTISMO: UN MODO DIVERSO DI LEGGERE LA REALTÁ - A cura della dott.ssa Marianna Colella
- Parole in famiglia

- 12 dic 2023
- Tempo di lettura: 3 min
“Non voglio essere un genio o un mostro o qualcosa in mostra. Desidero empatia e compassione da parte di coloro che mi circondano e apprezzo la sincerità, la chiarezza e la logica nelle altre persone. Credo che la maggior parte delle persone, autistiche o meno, condividano questo desiderio. E ora, con la mia ritrovata intuizione, sono sulla buona strada per raggiungere quell'obiettivo. Spero che terrete a mente quei pensieri la prossima volta che incontrerete qualcuno che sembra o si comporta in modo un po' strano."
John Elder Robison - Autore, "Guardami negli occhi. Io e la sindrome di Asperger"
Sono quasi due anni che quotidianamente mi confronto professionalmente con la condizione dello Spettro dell’Autismo, una realtà con la quale non mi ero mai interfacciata prima. Inizialmente ha creato in me confusione e anche un po' di paura, ma passo dopo passo ho avuto la possibilità di provare ad entrare, con delicatezza, nel mondo di bambini e adulti che ogni giorno ho modo di conoscere e sono grata per questa ricchezza che man mano continuo ad acquisire.
Il Disturbo dello Spettro Autistico rientra all’interno dei Disturbi del Neurosviluppo ed è caratterizzato da una compromissione nell'area della comunicazione e interazione sociale e pattern di comportamenti, interessi, attività ristrette e ripetitive. Si parla di “Spettro” proprio perché questa condizione è caratterizzata da una varietà di sintomi, da persona a persona, che definisce l’unicità di ognuno. É importante individuare i segni precoci dell’Autismo già dalle prime fasi di sviluppo. Dai 24 mesi è possibile, infatti, definire l’eventuale rischio di sviluppo del disturbo. Una diagnosi precoce è fondamentale per intervenire subito e permettere al bambino di recuperare le sue abilità.
Qui di seguito sono riportati i più frequenti campanelli d’allarme a cui prestare attenzione:
• mancata risposta al sorriso sociale;
• assenza di contatto oculare;
• lallazione assente (entro i 12 mesi) e/o vocalizzazioni prive di intento comunicativo;
• assenza di imitazione;
• assenza di condivisione, interesse reciproco, ricerca di attenzione;
• il bambino non si volta quando viene chiamato e non risponde all’attenzione congiunta;
• tendenza all’isolamento;
• movimenti ripetitivi con le mani e con il corpo/cammina sulle punte;
• assenza di indicazione e saluto con la mano;
• rifiuto del contatto fisico;
• ipersensibilità sensoriale;
• rifiuto del cambiamento, ritualità, utilizzo ripetitivo/esplorazione prolungata di parti di giochi;
• tendenza a ripetere parole/frasi ascoltate in precedenza;
• scoppi d’ira e aggressività auto/eterodiretta.
Ad oggi alla base della condizione di Autismo non vi è una causa certa, tuttavia, è rilevante la componente genetica e il ruolo svolto dai fattori ambientali (prematurità, esposizione a infezioni durante la gravidanza, infiammazioni, età di concepimento avanzata).
La diagnosi si basa sull’osservazione diretta del bambino, accompagnata dal colloquio con i genitori così da ripercorrere insieme le principali tappe di sviluppo. Per quanto riguarda l’intervento, le terapie con maggior evidenza scientifica sono quelle di tipo comportamentale, che consentono di modificare il comportamento generale per renderlo funzionale ai compiti della vita quotidiana. Inoltre, una diagnosi di Autismo potrebbe costituire un momento di grande smarrimento per i genitori; è pertanto necessario garantire un supporto che li sostenga e li guidi nella relazione con il figlio, oltre a permettere loro di esprimere e condividere le proprie emozioni, difficoltà, dubbi in uno spazio accogliente. Un ulteriore aspetto è legato all’importanza del ruolo che i familiari rivestono all’interno dell’intervento terapeutico, migliorando la qualità di vita.
Per concludere, in caso di preoccupazioni o dubbi dei genitori circa i comportamenti del bambino, si consiglia di rivolgersi al proprio pediatra di riferimento per un confronto e per verificare l’ipotesi di una diagnosi di Autismo. Nel caso in cui il pediatra, sulla base della propria osservazione e di quanto riferito dalla famiglia, pensi di aver riscontrato sintomi riconducibili alla condizione, richiederà una visita specialistica presso strutture specializzate riconosciute dal Sistema Sanitario Nazionale per una presa in carico globale.







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